giovedì 7 giugno 2012

Il Mistero di Jako


Micheal Jackson è senza ombra di dubbio il più strabiliante performer mai esistito, il talento vocale più osannato ed il Re indiscusso del Pop; al tempo stesso, questa vita sotto i riflettori ha portato con sé anche il lato oscuro della medaglia. Un doppio destino che correva su due binari paralleli ha circondato la vita dell’artista che ha venduto più album al mondo. I suoi detrattori, infatti, non hanno mai smesso di far circolare voci diffamatorie sulla figura del divo, innescando un circolo vizioso di sospetti e diffidenze che ha finito per avvilire Micheal e portarlo ad una sofferenza interiore che non meritava, visti i suoi trascorsi infantili poco idilliaci. Il 1993, l’apice del successo per il cantante diviene anche l’anno in cui per Jacko inizia l’incubo guidiziario. Jordan Chandler, un bambino che frequentava assiduamente l’enorme parco giochi di Neverland, costruito e voluto fortemente dallo stesso Micheal per continuare a vivere, condividendola con i bambini, quell’infanzia innocente e serena che a lui era stata negata, accusa Jackson di molestie. Ed inizia così un calvario, corredato da ingiurie e speculazioni che porterà, il 31 gennaio 2005, il Re del Pop all’arresto. Il 13 giugno, però, i fans del cantante possono, finalmente tirare un sospiro di sollievo: per il cantante, decadono le accuse che per i suoi estimatori sono sempre state del tutto prive di fondamento. La ferita della diffamazione, però, non si rimarginerà mai, nel cuore di Jacko. Per quanto non ci potessero essere prove che inchiodassero l’eclettico artista, la voce di un bambino risultava, agli occhi del mondo, sempre molto affidabile, mentre quella, di uno stesso bambino, forse persino più fragile, nascosto sotto abiti di scena ed un volto marchiato dal dolore venivano snobbate e quello stesso dolore appariva solo come un’altra stranezza di un artista come tanti. Una sofferenza troppo grande per il sensibile Jacko che si mostrò sempre più sporadicamente in pubblico.Si giunge così al 2009, quando qualcosa sembra cambiare. Jackson vuole dare ai suoi fans un addio degno del suo genio. Programma, perciò, gli ultimi dieci concerti di un tour spettacolare. Per i fans è il visibilio. Qualcosa, però, va storto e per Micheal non ci sarà mai modo per dare un addio in grande stile alle scene. Il 25 giugno del 2009, infatti, Jackson si spegne per sempre, stroncato da un infarto che provoca un collasso cardiocircolatorio.
Ma come per tutti i grandi artisti; per tutte quelle anime che sanno donarsi profondamente su un palco, la morte non è mai la fine. Anzi, prolifiche leggende vogliono che il grande e compianto artista sia ancora tra noi. Ma iniziamo ad elencare i misteri reali che avvolgono la ricostruzione degli ultimi, presunti, istanti di vita di Jackson. Alle 11:30 del mattino Jackson avverte un malore. Il fatto realmente strano è che i soccorsi vengono chiamati solo 50 minuti dopo i primi sintomi del famoso paziente. Ma non solo. Perchè, durante la telefonata al pronto intervento, non viene mai menzionato il nome di Jackson? Forse perché si è trattato realmente di una finta morte e quei soccorsi non servivano, in realtà, ad un bel niente? Oppure, nell’ipotesi opposta, qualcuno voleva realmente la morte di Jackson? E perché Conrad Murrey, il medico recente di Jackson ed affidatogli dagli organizzatori del suo tour, si trovava già nella sua abitazione? E’ stato lui a somministrare a Jackson un mix letale di sedativi ed anestetici? Ma quale medico poteva prescrivere farmaci antagonisti e dunque letali per il fisico umano, senza sapere le conseguenze di un così scellerato gesto? Forse qualcuno che voleva realmente la morte del cantante? Il fatto ancor più strano e degno di nota è che lo stesso Murray non ha mai firmato il certificato di morte. Perchè? Forse Jacko è ancora tra noi? Ed, ancora, perchè gli organizzatori del suo ultimo tour pressarono fortemente Jackson affinché lasciasse il suo longevo medico di fiducia e si affidasse alle cure di Murray?

La causa accertata della morte di Micheal è stata un overdose di propofol, potente anestetico, unito alle benzodiazepine. Forse quei 50 minuti sono serviti al medico per far sparire le molte altre sostanze potenzialmente tossiche ritrovate nel sangue della vittima? Certo è che il verdetto è chiaro: si tratta di omicidio colposo e Murray resta l’unico indagato ed indiziato per la morte del celebre cantante. Forse si è creduto che una morte improvvisa fosse la pubblicità gratuita più influente presso il pubblico per rilanciare Jackson, rispetto ad una costosa campagna per riabilitare la sua immagine, screditata dalla diffamazione? Tanti dubbi, poche certezze…

Per i milioni di fans che portano ancora nel cuore il cantante, Jackson sarebbe ancora vivo. Su You Tube girano migliaia di filmati che ritrarrebbero Micheal in varie parti del mondo, dopo il suo decesso. Inoltre, molti rivedrebbero i tratti somatici del cantante nelle sembianze di una misteriosa bionda che ha assistito al memoriale in suo onore. Altri, invece, ritengono che il cantante continui a vivere, nascondendosi dietro il volto sofferente del suo vecchio amico David Rothenberg. Il suo volto, infatti, recava i segni del terribile sfregio infertogli dal padre che lo ustionò col cherosene quando era ancora piccolo. Le macchie sul suo viso potrebbero ben camuffare la fisionomia di Jackson? Chi ha ascoltato l’intervista che David ha rilasciato alla CNN nel 2009 ha creduto di udire la voce di Micheal e non solo: avrebbe rintracciato un cambiamento di colore delle iridi dell’amico di Micheal che, da verdi, sarebbero divenute marroni, proprio come quelle dell’appena defunto Jackson. Coincidenze? Forse troppe? Solo suggestioni di chi, per troppo amore, non riesce a lasciar andare quell’idolo che ha reso speciale la propria esistenza?

Se, a distanza di tre anni dalla morte, ancora si odono voci insistenti sulla misteriosa fine di Micheal, significa che chi credeva che, morendo, il cantante avrebbe fatto ancor più successo che da vivo, forse aveva ragione. Ma chiediamoci questo per un attimo: Micheal amava e viveva per i suoi fans. Li avrebbe realmente lasciati nella disperazione, ritirandosi ad una vita da segregato? Sarebbe una vita piena che potrebbe rispecchiare il suo genio? E perché avrebbe dovuto inscenare la sua stessa morte? E’ affascinante notare come le questioni su questa morte nota, come del resto quelle di molti alti artisti di grosso calibro, siano ancora del tutto aperte. E la leggenda diventa mistero…






Vi invitiamo a seguire su youtube il canale "The2thriller" che dà numerosi indizzi su questa questione!




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