giovedì 14 giugno 2012

La Leggenda

Queste sono le classiche storie che quando le racconti,la gente ti ride in faccia,ti prende per matto oppure ti guarda cercando di capire se scherzi o dici la verità.Bè la storia di Paul Mccartney rientra in queasta categorie di storie...quelle strane,quelle assurde...quelle misteriose!
Paul Mccartney è stato dal 1960 al 1970 fondatore e componenti dei famosi "The Beatles" (conosciuti piu' di Cristo,come disse John Lennon).La sua era una vita tranquilla,certo aveva le pressioni dei fan tipica delle grandi rockstar....tutto tranquillo fino al 1966!E già perchè proprio in questa data,secondo la leggenda,Paul sarebbe morto!Voi vi direte...come morto?e quello che c'è ora chi è?Un passo alla volta...
Partiamo da come si è originata questa storia:
Leggenda metropolitana o verita tutto e' iniziato dai microfoni di una radio della città del Michigan, la sera del 12 ottobre del 1969, il deejay Russell Gibb annunciò la morte di Paul McCartney. Il componente della famosa band sarebbe morto in un incidente d’auto nel 1966 e rimpiazzato in tutta fretta da un sosia.La sera prima Gibb aveva ricevuto una telefonata anonima da parte di un uomo che gli comunicò la morte di Paul Mc Cartney in un incidente stradale nel 1965.
Paul in quella sera ebbe una forta discussione con gli altri Beatle nello studio di registrazione e cosi accecato dalla rabbia,salì sulla sua Aston Martin e se ne ando'.Era una nottata piovosa e Paul vide una ragazza,tale Rita,fare sotto la pioggia scrosciante,l'autostop.La fece salire e lei dopo un po' che era a bordo si accorse realmente chi lui fosse.Strillo cosi forte dall'emozione che fece perdere il controllo della vettuara a Paul facendo andare a sbattere contro un palo.L'incidende costò la vita al baronetto che rimase decapitato dall'incidente. Gibbs inoltre disse che, dopo essere stato sostituito da un sosia, tale William Campbell, i tre membri superstiti del gruppo, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr, cominciarono a seminare nei loro dischi, tracce dell'accaduto. La voce anonima consigliò Gibb di guardare meglio certe copertine dei dischi dei Beatles e di ascoltare con attenzione i finali di alcune canzoni, in alcuni casi facendole anche suonare al contrario. Così nacque l’inquietante leggenda della morte del famoso McCartney anche detta "P.I.D." (Paul is Dead)...curiosa come storia no?
Ci si puo' credere o no?
I Beatles ai tempi nè smentirono nè confermarono la questione e ciò accrebbe il mistero.
Poniamo il caso che sia vera.In questo caso il Paul che abbiamo tutt'oggi non è nient'altro che il prodotto di  un numero elevato di plastiche,di interventi, di corsi di basso per mancini,di corsi di canto per assomigliare al vero Paul!Ma è possibile tutto cio'?Secondo gli esperti no!Anzi ribadiscono il concetto che è praticamente impossibile trovare un sosia e renderlo tale e quale all'originale,troppi elementi li differenzierebbero!Per i cospiratori invece si...è possibile!Ma se allora la storia sia tutta una bufala...perchè nelle canzoni,sugli album e nelle interviste ci sono un serie di indizzi che porterebbero a pensare che il vero Paul sia morto nel 1966?Per quali vantaggi?Per vendere di piu'?Per creare un mistero dal nulla?o forse perchè qualcosa di vero c'è?
Sicuramente nel 1966 qualcosa accaddè nei Beatles!Voi dite perchè?
Bè basta osservare il repentino cambio di stile:passarono da ragazzi spensierati,con la voglia di vivere la vita a uomini riflessivi!Ma non solo...anche il modo di scrivere canzoni cambio',diventanto molto piu' profondo!Ma perchè?

Forse perchè avevano capito che continuare a fare quel tipo di musica a lungo andare avrebbe stufato e allora si reinventarono un nuovo modo di fare musica?Oppure perchè accadde qualcosa di forte in quel periodo?
Il Mistero rimane ancora oggi nonostante Paul abbiamo smentito più e più volte,pubblicando anche un album chiamato "Paul is Alive", ma si sà...quando c'è un mistero attorno ad una rockstar è inutile cercare spiegazioni o dare risposte perchè questa se lo porterà con se nella tomba,custodendolo gelosamente.



  • GLI INDIZZI


  • PAUL IS ALIVE

mercoledì 13 giugno 2012

Il Conte Bowie

David Bowie realmente...chi è?E' questa la domanda che molti si fanno,si và dalle teoria che egli sia un alieno venuto dallo spazio alla convinzione che David sia un vampiro.Ma a quale credere?
Gli indizzi (per chi ci crede) portano a pensare alla seconda teoria...Quindi un Bowie in versione vampiro?Per i cospiratori si!E allora quali sono questi "indizzi"?
David Bowie pseudonimo di David Robert Jones (Londra, 8 gennaio 1947) è un cantante, polistrumentista, attore e compositore britannico.Attivo dalla metà degli anni sessanta,
Bowie ha attraversato cinque decenni nella musica rock, reinventando nel tempo il suo stile e la sua immagine e creando personaggi come Ziggy Stardust, Halloween Jack e The Thin White Duke (noto in Italia come il Duca Bianco).Si sà che una delle caratteristiche dei vampiri è quella della Immortalità e per Bowie gli anni sembrano non passare mai!5o anni di musica e mai un segno di cedimento...curioso no?Ma è ancor piu' curioso che lo stesso David ad ogni appirizione (Video,concerto o altro) chiedeva e tutt'ora chiede,di essere truccato cosi da sembrare ancora piu' vecchio!Ma perchè?Forse perchè gli piace avere un aria da vero uomo,che ne ha passate tante?Oppure perchè vuole nascondere qualcosa?
Il mistero si infittì nel periodo in cui Bowie gira "Miriam si sveglia a mezzanotte"
in città c'era un'esposizione di strumenti antichi, Bowie si presentò dall'antiquario, e espresse il desiderio che uno Stradivari di inestimabile valore fosse impiegato in una scena del film.Ci fu una lunga trattativa, l'antiquario andò personalmente a scortare il violino,
arrivati sul set, ad un certo punto Bowie prese il violino, e lo suonò.....eseguì "il trillo del diavolo" riuscito solo al grande Niccolò Paganini.....
Paganini, di cui si dice sia stato anche lui un Vampiro, la sua bara alla sua morte non fu sigillata per diversi giorni e rinase aperta, era un rituale per fermare i Vampiri...e allora per molti Bowie altro non è che una trasformazione di Paganini!
Curioso era anche il legame che il cantante aveva con un'altro "presunto" vampiro,che rispondeva al  nome di Andy Warhol.

Andy rimase coinvolto in un tentato omicidio e da quel giorno la sua vita cambio'.Non si fidava piu' di nessuno,girava con il giubotto antiproiettile...era letteralmente cambiato!
Ma il mistero dove è?Alla sua morte,avvenuta il 2 Febbraio 1987 per un operazione mal riuscita alla cistifelea (cosa che desto' molti sospetti),due frequentatori della "Factory" (Lou Reed e John Cale) scrissero una canzone intitolandola "Drella" in onore di Andy!Drella altro non è che una crasi tra Cinderella e Dracula...curioso no?
Vi siete mai accorti che Bowie ha un'occhio di un colore e uno di un'altro?....curioso no?
Di teorie su quest mistero impazzano sul Web...noi ve l'abbiamo voluta raccontare cosi come ci viene mostrata...non si sà se sia reale o meno....ma quanto meno il mistero ce lo lascia....



Da "Almost True" di Carlo Lucarelli



sabato 9 giugno 2012

Il Quadro del Demonio


La Basilica di S. Pietro in Perugia è solo seconda, per numero di opere d’arte in essa contenute e per il contenitore, alla Galleria Nazionale dell’Umbria, nonostante lo smembramento operato, dai francesi prima e dallo Stato Unitario poi, di gran parte dei suoi capolavori. Merita interesse il ciclo pittorico di Antonio Vassilacchi detto l’Aliense riguardante episodi della vita di Cristo con riferimenti al Vecchio Testamento. Queste dieci tele, collocate cinque per parte ai lati della navata centrale, gli furono commissionate dall’Abate Giacomo di San Felice di Salò. Il Vassilacchi le realizzò a Venezia, dove abitava, tra il 1591 e il 1611. Il pittore si era formato alla scuola prestigiosa di Paolo Veronese e di Tintoretto e l’influsso di quest’ultimo si vede emergere chiaramente soprattutto nella tela che raffigura il battesimo di Gesù. 
Ma, sempre opera di questo pittore, c’è un altro quadro, sconosciuto ai più e sbrigativamente liquidato dalle guide turistiche. Rappresenta il Trionfo dell'Ordine dei Benedettini, e raffigura Santi, Papi, Cardinali, Vescovi Abati e fondatori di Ordini correlati quali Camaldolesi, Silvestrini ecc. che contornano San Benedetto da Norcia. Ha la prerogativa di essere la più grande tela del mondo occupando tutta la parte superiore della parete di ingresso interna della chiesa. Il Siepi, nella sua opera “Descrizione di Perugia” a pag. 576, dice “…ripieno di innumerevoli figure maggiori del naturale…” e ancora “…ideato dal dottiss. Mon. Fiammingo d. Arnaldo Wion da Duoco. Fu dipinto nel 1592 (per cura ed impegno del p. d. Giacomo da S. Felice, nello stato veneto, Abb di S. Giorg. di Venezia qui venuto a soggiornare) da Antonio Vassillacchi soprannominato l’Aliense…” Cosa ha di particolare questo quadro da meritare di essere ora citato? Già le innumerevoli figure più grandi del naturale ci fanno immaginare la maestosità del dipinto, ma quello che fa pensare è il fatto che il soggetto fu imposto al pittore e qui lui si prese una rivincita degna di un grandissimo artista e precursore delle moderne tecniche digitali. Il punto migliore per osservarlo è verso l’altare maggiore, ma, se non si sa cosa c’è nascosto, si vedono solo le innumerevoli figure, in realtà tutte queste formano un’immagine che risalta maggiormente nelle foto, più piccola è e meglio si nota. Se concentriamo l’attenzione su S. Benedetto e su i due squarci di cielo al cui interno si vedono il sole e la luna al posto loro appare una figura inquietante, demoniaca: S. Benedetto è il naso, gli squarci di cielo sono gli occhi, S. Pietro e S. Paolo in alto ai lati estremi sono le orecchie e i due ciuffi centrali sono le corna. In più le figure di benedettini visti di spalle sono delle formidabili zanne, fortunatamente non ha dipinto la bocca altrimenti sarebbe stato ancora più impressionante.  I colori e le posture dei vari personaggi fanno risaltare ancora di più le linee del personaggio nascosto. Una volta concentrata l’attenzione su questo non si vede più il quadro originale e bisogna considerare anche che il dipinto era ad uso e consumo del sacerdote e non del popolo, infatti quest’ultimo gli dava le spalle mentre il celebrante lo vedeva benissimo dall’altare durante la S. Messa. La foto è abbastanza esplicativa, ma vederlo dal vero è ancora più impressionante.


Fonte
Da "Mistero"

Il Mistero del IV

Il quarto album dei Led Zeppelin  è privo di un titolo ufficiale.Nel corso degli anni è stato generalmente indicato con la dicitura "Led Zeppelin IV", in accordo con la numerazione dei precedenti dischi, anche se non sono mancati appellativi diversi: Four Symbols e The Fourth Album. Sin dalla sua pubblicazione è risultato essere uno degli album di maggior successo della storia, con oltre 23 milioni di copie vendute nei soli Stati Uniti, dove ha totalizzato 260 settimane in classifica. È stato stimato che nel mondo l'album abbia venduto più di 30 milioni di copie.

venerdì 8 giugno 2012

Il Mistero del Club27

Il Club 27 è un club ideale a cui ci si riferisce per indicare gli artisti deceduti all'età di 27 anni.Ha molti punti in comune con la maledizione del J27 dove, oltre all'età già citata, un altro parametro sarebbe l'iniziale "J" nel nome o nel cognome.Data la giovane età si tratta perlopiù di morti "non convenzionali", spesso dovute agli abusi di alcool, droghe e, in taluni casi, suicidi o incidenti stradali.Si tratta prevalentemente di musicisti, attori e comunque personalità legate al campo artistico.Il termine "Club 27" venne coniato al seguito delle morti di Jim MorrisonJimi HendrixBrian Jones e Janis Joplin.Fu solo dopo la morte di Jim Morrison che i giornali cominciarono a parlare della maledizione della J27.
Ma si poteva parlare di morti naturali...oppure morti volute da qualcuno?Magari perchè questi personaggi risultavano troppo scomodi?E allora ecco che si avanzò l'ipotesi del complotto.Secondo i complottisti Jim,Janis,Jimi e Brian furono uccisi da una persona in particolare...un persona che lavorava alla C.I.A...una persona che rispose al nome di Jack Ryan.
Fu opinione diffusa, in quei giorni, che le prossime vittime sarebbero state John Lennon, cantante del gruppo dei Beatles e come gli altri J27 anche lui con idee rivoluzionarie che poco si sposavano con la politica del tempo, e Mick Jagger, leader dei Rolling Stones, in quanto tutti e due avevano nelle loro iniziali la lettera J. Questa nuova "variante" della maledizione colpì: John Lennon, assassinato all'età di 40 anni a New York, mentre firmava autografi; John Denver, deceduto in un incidente aereo all'età di 53 anni; John Bonham, morto il 25 settembre 1980, a 32 anni, per soffocamento da vomito; Jeff Buckley, annegato nel Wolf River quando aveva soltanto 30 anni; Joe Strummer, stroncato da un infarto all'età di 50 anni appena compiuti; Jaco Pastorius, picchiato a morte da un buttafuori a 36 anni e Michael Jackson il 25 giugno 2009 morto anche lui per infarto a 50anni.L’ultimo caso di morte è datato 28 dicembre 2009, la maledizione colpisce Jimmy Sullivan, batterista della band heavy metal Avenged Sevenfold, a seguito di un arresto cardiaco dovuto alla miscela di psicofarmaci ed alcool.
Il Club J27 rimane ancora oggi un posto irreale...un club dove i suoi iscritti mai e poi mai ne avrebbero voluto far parte ma che per volontà di qualcuno si ritrovarono a dover pagare la loro "quota"....


Da "Almost True" di Carlo Lucarelli:


  

  



Il Mistero di Amy


Amy Winehouse è morta il 23/07/2011, nella sua casa di Londra, apparentemente a causa di un’overdose. È questa la notizia che rimbalza ormai da diverse ore sul Web e nelle televisioni di tutto il mondo. All’età di soli 27 anni si spegne una delle artiste più promettenti del panorama musicale internazionale.
Una cantante dalla vita travagliata Amy Winehouse, che nell’ultimo periodo era stata costretta a sospendere il tour a causa degli stati di ubriachezza e l’uso di droghe che accompagnavano le sue performance. Ultima data live ufficiale risale allo scorso 18 giugno a Belgrado, un concerto in cui Amy è decisamente fuori dal contesto, incapace di cantare e intonare i suoi brani. Molti si interrogano sul motivo di tanta avversione nei confronti della vita e dello sfrenato bisogno di perdere i sensi in cocktail di alcol e droga. E purtroppo, come spesso accade in questi casi, molti sono anche gli “sciacalli” che si avventano sulla storia per creare sfumature contorte e quanto più strane possibili. Solamente al fine di ricavarne un ritorno pecuniario.
Tuttavia anche le cause della stessa morte sembrano essere ancora in sospeso. Da alcuni rumors online pare che la polizia di Londra abbia messo in evidenza come ancora nessuna autopsia sia stata eseguita sul corpo della cantante. E di conseguenza sia impossibile stabilire con certezze le cause imputabili al suo decesso. Si dovrà attendere la data di domani per avere maggiori notizie, giorno in cui sarà eseguita a tutti gli effetti l’autopsia.
Intanto si rincorrono le voci che vedono la morte di Amy Winehouse come una maledizione, rientrante nell’ormai celebre Club 27: ovvero una sorta di macabro circolo che vede accumunati i destini di alcuni fra i più famosi cantanti del mondo. Tutti deceduti all’età di 27 anni e in circostanze non sempre chiare. Rientrano nel Club: Kurt Cobain,Jimi HendrixJim MorrisonJanis Joplin e molti altri.
Insomma, ancora una volta sembra che lo strano e contorto mondo della musica vissuta agli eccessi, abbia voluto fare sua un’altra vita. Su Twitter, forum e blog tematici, sono davvero una miriade i messaggi dei fan che mandano l’ultimo saluto a Amy. Una dimostrazione d’affetto che va oltre il fenomeno mediatico collegato alle cause della sua morte. E anche noi ci sentiamo di unirci a chi vuole ricordare in modo pulito la vita di un’artista certamente unica e le cui canzoni resteranno per sempre nel panorama musicale internazionale.

giovedì 7 giugno 2012

Il Mistero di Jako


Micheal Jackson è senza ombra di dubbio il più strabiliante performer mai esistito, il talento vocale più osannato ed il Re indiscusso del Pop; al tempo stesso, questa vita sotto i riflettori ha portato con sé anche il lato oscuro della medaglia. Un doppio destino che correva su due binari paralleli ha circondato la vita dell’artista che ha venduto più album al mondo. I suoi detrattori, infatti, non hanno mai smesso di far circolare voci diffamatorie sulla figura del divo, innescando un circolo vizioso di sospetti e diffidenze che ha finito per avvilire Micheal e portarlo ad una sofferenza interiore che non meritava, visti i suoi trascorsi infantili poco idilliaci. Il 1993, l’apice del successo per il cantante diviene anche l’anno in cui per Jacko inizia l’incubo guidiziario. Jordan Chandler, un bambino che frequentava assiduamente l’enorme parco giochi di Neverland, costruito e voluto fortemente dallo stesso Micheal per continuare a vivere, condividendola con i bambini, quell’infanzia innocente e serena che a lui era stata negata, accusa Jackson di molestie. Ed inizia così un calvario, corredato da ingiurie e speculazioni che porterà, il 31 gennaio 2005, il Re del Pop all’arresto. Il 13 giugno, però, i fans del cantante possono, finalmente tirare un sospiro di sollievo: per il cantante, decadono le accuse che per i suoi estimatori sono sempre state del tutto prive di fondamento. La ferita della diffamazione, però, non si rimarginerà mai, nel cuore di Jacko. Per quanto non ci potessero essere prove che inchiodassero l’eclettico artista, la voce di un bambino risultava, agli occhi del mondo, sempre molto affidabile, mentre quella, di uno stesso bambino, forse persino più fragile, nascosto sotto abiti di scena ed un volto marchiato dal dolore venivano snobbate e quello stesso dolore appariva solo come un’altra stranezza di un artista come tanti. Una sofferenza troppo grande per il sensibile Jacko che si mostrò sempre più sporadicamente in pubblico.Si giunge così al 2009, quando qualcosa sembra cambiare. Jackson vuole dare ai suoi fans un addio degno del suo genio. Programma, perciò, gli ultimi dieci concerti di un tour spettacolare. Per i fans è il visibilio. Qualcosa, però, va storto e per Micheal non ci sarà mai modo per dare un addio in grande stile alle scene. Il 25 giugno del 2009, infatti, Jackson si spegne per sempre, stroncato da un infarto che provoca un collasso cardiocircolatorio.
Ma come per tutti i grandi artisti; per tutte quelle anime che sanno donarsi profondamente su un palco, la morte non è mai la fine. Anzi, prolifiche leggende vogliono che il grande e compianto artista sia ancora tra noi. Ma iniziamo ad elencare i misteri reali che avvolgono la ricostruzione degli ultimi, presunti, istanti di vita di Jackson. Alle 11:30 del mattino Jackson avverte un malore. Il fatto realmente strano è che i soccorsi vengono chiamati solo 50 minuti dopo i primi sintomi del famoso paziente. Ma non solo. Perchè, durante la telefonata al pronto intervento, non viene mai menzionato il nome di Jackson? Forse perché si è trattato realmente di una finta morte e quei soccorsi non servivano, in realtà, ad un bel niente? Oppure, nell’ipotesi opposta, qualcuno voleva realmente la morte di Jackson? E perché Conrad Murrey, il medico recente di Jackson ed affidatogli dagli organizzatori del suo tour, si trovava già nella sua abitazione? E’ stato lui a somministrare a Jackson un mix letale di sedativi ed anestetici? Ma quale medico poteva prescrivere farmaci antagonisti e dunque letali per il fisico umano, senza sapere le conseguenze di un così scellerato gesto? Forse qualcuno che voleva realmente la morte del cantante? Il fatto ancor più strano e degno di nota è che lo stesso Murray non ha mai firmato il certificato di morte. Perchè? Forse Jacko è ancora tra noi? Ed, ancora, perchè gli organizzatori del suo ultimo tour pressarono fortemente Jackson affinché lasciasse il suo longevo medico di fiducia e si affidasse alle cure di Murray?

La causa accertata della morte di Micheal è stata un overdose di propofol, potente anestetico, unito alle benzodiazepine. Forse quei 50 minuti sono serviti al medico per far sparire le molte altre sostanze potenzialmente tossiche ritrovate nel sangue della vittima? Certo è che il verdetto è chiaro: si tratta di omicidio colposo e Murray resta l’unico indagato ed indiziato per la morte del celebre cantante. Forse si è creduto che una morte improvvisa fosse la pubblicità gratuita più influente presso il pubblico per rilanciare Jackson, rispetto ad una costosa campagna per riabilitare la sua immagine, screditata dalla diffamazione? Tanti dubbi, poche certezze…

Per i milioni di fans che portano ancora nel cuore il cantante, Jackson sarebbe ancora vivo. Su You Tube girano migliaia di filmati che ritrarrebbero Micheal in varie parti del mondo, dopo il suo decesso. Inoltre, molti rivedrebbero i tratti somatici del cantante nelle sembianze di una misteriosa bionda che ha assistito al memoriale in suo onore. Altri, invece, ritengono che il cantante continui a vivere, nascondendosi dietro il volto sofferente del suo vecchio amico David Rothenberg. Il suo volto, infatti, recava i segni del terribile sfregio infertogli dal padre che lo ustionò col cherosene quando era ancora piccolo. Le macchie sul suo viso potrebbero ben camuffare la fisionomia di Jackson? Chi ha ascoltato l’intervista che David ha rilasciato alla CNN nel 2009 ha creduto di udire la voce di Micheal e non solo: avrebbe rintracciato un cambiamento di colore delle iridi dell’amico di Micheal che, da verdi, sarebbero divenute marroni, proprio come quelle dell’appena defunto Jackson. Coincidenze? Forse troppe? Solo suggestioni di chi, per troppo amore, non riesce a lasciar andare quell’idolo che ha reso speciale la propria esistenza?

Se, a distanza di tre anni dalla morte, ancora si odono voci insistenti sulla misteriosa fine di Micheal, significa che chi credeva che, morendo, il cantante avrebbe fatto ancor più successo che da vivo, forse aveva ragione. Ma chiediamoci questo per un attimo: Micheal amava e viveva per i suoi fans. Li avrebbe realmente lasciati nella disperazione, ritirandosi ad una vita da segregato? Sarebbe una vita piena che potrebbe rispecchiare il suo genio? E perché avrebbe dovuto inscenare la sua stessa morte? E’ affascinante notare come le questioni su questa morte nota, come del resto quelle di molti alti artisti di grosso calibro, siano ancora del tutto aperte. E la leggenda diventa mistero…






Vi invitiamo a seguire su youtube il canale "The2thriller" che dà numerosi indizzi su questa questione!




Il Mistero di Elvis



Una morte alla quale in molti non hanno mai creduto
L’uomo-mito simbolo assoluto del rock ‘n roll. Una personalità che ha cambiato la musica, ma anche i costumi di un’epoca sulla quale ha inciso il suo nome. Un’esistenza straordinaria ed una morte misteriosa!
Quando si pensa alla figura emblematica di un mito, sembra sempre che a differenza degli altri uomini, una personalità leggendaria che ha segnato la storia di un’epoca possa essere immune alla morte. Per quanto infatti, un musicista che è stato un fondamentale punto di riferimento per la cultura del ‘900 come Elvis Presley possa sembrare immortale, razionalmente è scontato che questa idea è pura fantasia. Ufficialmente l’uomo simbolo del rock che veniva dal Mississipi, avrebbe cessato di vivere 30 anni fa, esattamente il 16 agosto del 1977, in seguito ad un arresto cardiaco. Ma sono in molti a sostenere che Elvis sia ancora in vita. Questa inchiesta di Real Trust proverà ad analizzare i tanti interrogativi intorno ad un caso che ancora oggi resta privo di risposte: Elvis Presley è ancora vivo?
È come se Elvis Presley avesse avuto la singolare possibilità di vivere due differenti esistenze: la prima, come tutti, da vivo, e la successiva, per paradosso, da morto. La misteriosa vicenda della sua improvvisa fine ha inizio nell’estate del 1977, quando Presley era poco più che quarantenne e appariva in uno stato di perfetta salute. L’unica sua condizione di stanchezza era dovuta allo stress per una lunga tournée. In quell’agosto si trovava perciò nella sua casa di Memphis con l’assoluta necessità di riposarsi. Nessuno poteva immaginare che di lì a poco si sarebbe verificata una inattesa e tragica circostanza.
Nella sua lussuosa abitazione di Memphis, Elvis Presley venne improvvisamente trovato in fin di vita. Il genio del rock fu ricoverato d’urgenza al Baptist Memorial Hospital nel tentativo di salvargli la vita. Nulla però sembrò rivelarsi efficace e Presley alle 15 e 30 di quel 16 agosto del ‘77, venne dichiarato dai medici deceduto per aritmia cardiaca. La notizia in poche ore si diffuse in tutto il pianeta e sin da subito in molti iniziarono a sospettare che quella morte avesse in realtà troppi aspetti oscuri e indecifrabili, tanto da apparire costruita in modo artificioso.
Riguardo all’ipotesi della morte inscenata di Elvis Presley le domande sono sempre le stesse. Si tratta delle supposizioni immaginarie di qualche fan incapace di accettare la scomparsa del proprio mito? Oppure Elvis, dopo aver raggiunto l’apice del successo, aveva deciso di provare a tornare ad essere un uomo dal vissuto semplice nel completo anonimato? Per tentare di dare una risposta con prove schiaccianti a questi enigmi, ci sono i migliori investigatori del pianeta, che analizzano il caso da decenni con le più meticolose tecniche di indagine.
Da ormai 30 anni le ipotesi sulla presunta morte di Elvis Presley continuano ad ispirare scrittori e cronisti nel tentativo comune di trovare un indizio che possa condurre ad una risposta certa riguardo alle verità sul caso ancora aperto del Re del rock. C’è chi sostiene che Elvis sia andato a vivere in un’isola sperduta nell’oceano; altri invece affermano che sia diventato un agente segreto dell’FBI. In definitiva però nessuno che avalla queste tesi è poi in grado di dimostrarle con prove inoppugnabili. Quale è dunque la verità su quell’artista che è certamente, insieme a Marilyn Monroe, il più rappresentativo mito d’America?
Ci sono innumerevoli testimonianze che dimostrerebbero l’assoluta buona fede di chi sostiene la tesi che Elvis Presley sia ancora vivo. Uno dei casi più clamorosi, che rende la figura del genio del rock misteriosa come quella di un fantasma, riguarda gli avvistamenti del musicista nella sua leggendaria villa di Memphis, in cui visse per 20 anni e dove venne poi trovato in fin di vita, almeno per quanto è stato ufficialmente dichiarato. Presley si aggirerebbe nel parco della Graceland Mansion ormai da molto tempo. Se un reporter riuscisse però a filmare anche per pochi istanti Elvis, farebbe uno dei più grandi scoop di ogni epoca. Per ora, siamo ancora in attesa che ciò avvenga.
Sul caso della presunta morte di Presley si sono scritti libri in tutto il pianeta e spesso i più lucidi intellettuali a sorpresa sono stati pronti ad avallare tesi abbastanza fantasiose, pur di poter affermare che Elvis sia ancora in vita. In tutto questo caos di ipotesi e labirintici percorsi per giungere ad una risposta a questo interrogativo, naturalmente internet non poteva non farla da padrone. C’è infatti un sito dedicato al Re del rock’n roll nel quale vengono elencati molti motivi per cui Presley avrebbe deciso improvvisamente di sparire dalla vita pubblica in modo così drastico da fingere di esser morto.
C’è chi sostiene che l’ipotetica finta morte di Elvis sia dovuta non tanto ad una scelta del musicista, ma ad una costrizione dovuta ad una circostanza davvero agghiacciante. Presley infatti dopo aver incontrato il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, sarebbe stato informato di fatti assolutamente top secret, che avrebbero messo a rischio la sua incolumità. Secondo questa pista, Elvis sarebbe stato obbligato da un organismo di protezione dei servizi segreti a fingere di morire. Il mistero della vita e delle morte del genio del rock torna dopo la pubblicità.
Quando un mito cessa di vivere, ricordandoci che in fondo un eccezionale artista è fragile come qualsiasi altro uomo, ci assale una profonda delusione, in quanto spesso una leggenda vivente sembra destinata all’immortalità. Non è un caso se da 30 anni in molti continuano a credere che Elvis Presley, icona assoluta del rock, in verità non sia mai morto e la sua fine sia stata architettata come la scena di un film thriller, per consentire all’artista di evadere per sempre dalla sua ingombrante identità. La questione è: si tratta di ipotesi assurde o di tesi credibili?
Una tesi che ha sempre sbalordito tutti riguardo alla credibilità della morte inscenata di Presley, riguarda uno strano e sinistro caso legato al corpo dell’artista quando venne fotografato senza vita. In alcuni scatti che fanno davvero rabbrividire, si può vedere il corpo del leggendario Elvis che giace nella bara, ma la perfezione dei tratti somatici, lo fa apparire pronto ad iniziare un concerto rock. Quelle fotografie hanno fatto ipotizzare a molti scettici che in quella bara fosse stata posta una statua di cera, molto ben fatta, ma non abbastanza da poter ingannare lo sguardo attento di alcuni meticolosi investigatori.
Tra le innumerevoli testimonianze degli avvistamenti di Elvis Presley c’è quella di una donna che afferma di avere prove schiaccianti per dimostrare di essersi realmente trovata faccia a faccia con il mito del rock. La donna, in visita nel parco della villa in cui visse Elvis, ha dichiarato di essersi addentrata in una zona chiusa al pubblico. Improvvisamente si sarebbe ritrovata davanti un uomo su una sedia a rotelle, al quale avrebbe fatto in tempo a scattare una foto, prima che i guardiani la costringessero ad allontanarsi. In quello scatto pare esserci una clamorosa risposta all’enigma di Presley.

La fotografia che una donna scattò ad un uomo che si muoveva su una sedia a rotelle nella villa di Memphis appartenuta ad Elvis Presley, sarebbe una prova indiscutibile per chi crede all’ipotesi che il leggendario musicista sia ancora vivo. Quello scatto infatti, sottoposto all’analisi di un rinomato detective esperto in materia di identikit, avrebbe generato un responso sorprendente. Secondo l’investigatore, il volto della persona che si trovava sulla sedia a rotelle è senza alcun dubbio quello di Elvis Presley.
Una delle ipotesi più affascinanti riguardo alla seconda vita che continuerebbe a condurre Elvis Presley sotto diversa identità, riguarderebbe il corpo degli agenti speciali dell’FBI. C’è chi sostiene che dietro al nome apparentemente anonimo di John Carpenter, agente destinato al reparto antidroga, ci sia la figura nascosta di Elvis. Lo pseudonimo del musicista sarebbe ispirato alle iniziali del nome John Carpenter, ossia J.C.: potrebbe essere un chiaro e blasfemo riferimento alle consonanti iniziali del nome di Gesù Cristo.

La teoria molto fantasiosa delle iniziali della nuova identità di Elvis ispirate al nome di Gesù Cristo, si basa sul fatto che un uomo-mito per sfuggire alla morte e sentirsi come una divinità pagana, non può far altro che decidere in prima persona quando mettere fine alla sua vita. Secondo questa ipotesi il leggendario Presley per assicurarsi il privilegio dell’immortalità, avrebbe fatto una scelta paradossalmente molto terrena. Fingere di morire, avrebbe reso Elvis capace di sostituirsi ad una mano divina, che secondo l’immaginario dei cristiani deciderebbe quando mettere fine alla vita di un uomo.
Se quando era ufficialmente in vita Elvis Presley ad ogni album che pubblicava creava un caso musicale, non è stato diverso nel 2002, quando a distanza di 25 anni dalla sua morte presunta uscì Kingtinued. Si tratta di un album che comprende ben 14 brani musicali inediti cantati dal mito del rock in persona. Il paradosso è che se si fosse trattato di canzoni inedite registrate prima del 1977, anno della tanto discussa morte di Elvis, la commercializzazione dell’album sarebbe stata affidata certamente ad una grande casa discografica e non ad un’etichetta indipendente, come in realtà è stato. Anche questa circostanza non fa che aumentare gli interrogativi sul mistero della morte di Elvis Presley.
Risalendo all’anno 1977, sono diverse le testimonianze che riportano uno strano comportamento da parte di Elvis Presley, proprio due settimane prima della sua morte. C’è da dire che il musicista godeva di buona salute ed improvvisamente iniziò a dire che era malinconico perché sarebbe dovuto andare via e non avrebbe più rivisto gli amici. Da cosa era ispirata una simile riflessione? Dove doveva andare Elvis? Quale viaggio per una meta dalla quale non sarebbe più tornato lo attendeva? Tutte domande che da oltre un quarto di secolo non trovano una risposta certa. Sono però in molti a credere fermamente che un giorno salterà fuori un dossier segretissimo, con la verità sulla fine di Elvis.
Libri, documentari, analisi di esperti investigatori che di tanto in tanto vengono ingaggiati per svelare un mistero che dura da 30 anni, tutto per constatare se Elvis Presley sia morto realmente. Ancora oggi ci sono persone che nel 1977 lavoravano al Baptist Memorial Hospital, che affermano con certezza che l’uomo che in quell’agosto giunse in ospedale, non era il leggendario musicista, ma qualcuno che gli somigliava. Gli aneddoti che dimostrerebbero la tesi della morte inscenata sono innumerevoli e molto spesso anche all’apparenza credibili, come l’analisi delle cause che avrebbero ucciso Elvis.
Elvis Presley secondo la più accreditata tesi sarebbe morto a causa di un improvviso e letale arresto cardiaco. Questa dichiarazione non convince però tutti, in quanto la mitica icona del rock, fino a pochi giorni prima del suo presunto decesso, dimostrò di avere l’energia di un gladiatore. Elvis infatti era reduce da una tournée così stressante che un cardiopatico non avrebbe mai potuto sostenere. Accanto all’ipotesi dell’infarto c’è poi quella di un mix di farmaci rivelatosi fatale, ma in questo caso sarebbe credibile l’idea del suicidio, in quanto le pasticche ingerite da Presley, prese singolarmente non avrebbero mai potuto causare la morte. La realtà è che però Elvis non avrebbe avuto alcun motivo per voler mettere fine alla sua vita, proprio quando era ormai il musicista più amato d’America.
Il dibattito riguardo al mistero della morte di Elvis Presley è certamente dovuto al fatto che le personalità-mito, per apparire mortali come tutti noi, sembrano quasi dover necessariamente morire in modo tragico per essere credibili. Non a caso nessuno ha mai messo in discussione la morte di James Dean o di John Lennon, ma per paradosso la sorprendente normalità della fine toccata a Presley, ha sempre fatto dubitare sulla sua reale sorte. Probabilmente ancora per molti anni c’è chi continuerà a credere che Elvis sia in vita e di tanto in tanto qualcuno griderà di aver trovato la prova inoppugnabile, tesa a dimostrare la buona fede di una simile affermazione. La verità è che quello che rende davvero immortale un genio del rock come Elvis Presley è sempre e comunque la sua arte.. la su
a musica.